Nella mia vita di uomo e di prete ci sono stati, come per tutti, momenti grandi, forti, decisivi. Sono le… “CHIAMATE”. La vita, l’amore, la scelta di sposarsi o di farsi prete, la musica: mi sono trovato tante volte a rispondere a una voce che ti grida dentro.
A volte è la tua anima, spesso è Dio, tante volte sono situazioni importanti della vita nelle quali ti trovi coinvolto in prima persona.
Uno dei campi fondamentali della vita nei quali mi sono sempre sentito chiamato a operare e amare sono i Giovani. Una chiamata che risale al “sempre” della mia vita, ma … Ma la notte del 20 marzo 2007 c’è stato un grido particolare e terribile che mi ha lacerato l’anima: Patrizio, Iacopo e Samuel sono volati in cielo sulla strada tra Valentano e Capodimonte (VT). Un incidente stradale!

Uno dei tanti?… Per me no!

In mezzo ai perché, dentro al dolore immenso per i ragazzi e per le famiglie si è fatta più forte la domanda: e tu che fai? Che cosa sei disposto a dare perché i giovani non muoiano? Vuoi accogliere questa sfida per la vita contro ogni tipo di morte?
Quella notte più di venti ragazzi e ragazze di Ischia di Castro entrarono a casa mia e il primo mi disse: “Prete, aiutaci”.
Seguì un grande silenzio.
Quella notte ho deciso che i ragazzi del cielo sarebbero diventati la mia strada quotidiana, con la speranza di camminare nel grande dolore insieme alle loro famiglie e ai loro amici.
Ho riflettuto poco sulle difficoltà che potevo avere per mettere insieme questa scelta e altri numerosi impegni della mia vita. Ho pensato che Gesù Cristo si è fermato vicino ad ogni dolore e che anch’io potevo farlo con tutti i limiti di chi si trova di fronte al dolore più grande che esiste sulla terra: la scomparsa di un figlio avvenuta in qualunque modo.
Ho pensato ad una ASSOCIAZIONE. Un termine con il quale oggi si dicono tante cose, ma che in quella notte diventò sempre più forte e più chiaro: i ragazzi del cielo possono aiutare i ragazzi della terra a vivere una vita vincente, i ragazzi della terra possono far vivere nell’anima e nella memoria i loro amici e amiche.
Che cosa avremmo fatto? Lo sapeva solo Dio. Ma mi premeva incominciare subito anche dalla… Festa dell’Addio ai nostri tre giovani.
Ora gli scopi dell’Associazione sono più chiari. Mi ha molto aiutato la preghiera e la presenza di questi angeli del cielo. Ho sentito vicine fortemente tante famiglie della nostra provincia di Viterbo e di ogni angolo dell’Italia, unite nel dolore per i figli. Ho capito che tanti nostri ragazzi vogliono vivere in pienezza e che, spesso, cercano chi dà una mano.
Per questo ho scelto come slogan dell’Associazione una parola di Gesù che dice: Perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza: quelli del cielo e quelli della terra.
Nel mese di ottobre l’Associazione è stata costituita anche con riconoscimento legale.
Ma ciò che conta è viverci dentro con amore, semplicità e responsabilità.
I nostri figli del cielo sono morti una volta, non possiamo farli morire, dimenticandoli, per sempre.
I ragazzi della terra, delle nostre case, i nostri figli: non possiamo interessarci di loro solo quando… succede qualcosa.
Spesso siamo in ritardo… non possiamo permettercelo!

preghiera dell'associazione

Ragazzi del Cielo – Ragazzi della Terra

Noi siamo i ragazzi della terra.
Noi siamo i giovani delle case.
Noi siamo i giovani sulle strade.
Noi siamo il presente e il futuro,
noi siamo la gioia e il problema.
Noi vogliamo vivere la vita in pienezza.
Noi cerchiamo la felicità.

A volte, è proprio sulla strada che
incrociamo la vita e le sue croci.
Sulla strada si sono fermate macchine e moto,
ma purtroppo anche tanti amici e amiche.

Spesso la strada è stata una malattia
o un errore personale di vita.
Uno stop alle nostre speranze,
una costrizione alla riflessione sulla vita e sull’esistenza.

Siamo venuti da Te, Signore, a gridare:
perché? Ci ha avvolti il silenzio e il nulla.
Ci siamo sentiti soli.
I nostri amici improvvisamente assenti e muti.
Li abbiamo cercati nelle foto, frugando nei ricordi.
Abbiamo riascoltato le loro voci, letto le loro parole,
sentito le loro musiche preferite.

Ma il bisogno di incontrarli è troppo forte.
Abbiamo gridato al cielo e, solo dal cielo
sembra venirci una impercettibile presenza.
“Essi vivono”.

Ma quanto è dura questa diversità di vita!
I nostri figli e amici sono i ragazzi del cielo,
inseparabili da noi.
La morte non li ha vinti e non li vincerà
e non spezzerà il nostro legame di vita.

Essi ci parlano al cuore, ci chiedono di utilizzare al massimo
le risorse e le potenzialità della nostra vita.
Solo se viviamo una vita bella, ha senso il loro cielo.
E allora staremo con il cuore rivolto in su
per credere che la loro voce è forte,
il loro amore presente e vivace,
la loro giovinezza la nostra più sicura realtà.

Ragazzi del cielo e ragazzi della terra
che si arrampicano dal basso o scendono dall’alto
per incontrarsi sulla scala della vita e nel centro dell’essere e del cuore.

Signore, quando non ce la facciamo a salire la scala, aiutaci.
Facci sentire che loro sono ormai liberi dalle nostre fatiche
e che sono sempre pronti a stare con noi:
loro, i tuoi ragazzi del cielo,
noi, ancora qui a lottare la vita,
i tuoi ragazzi della terra.

L’Associazione nasce a Ischia di Castro il 20 marzo 2007 in occasione della morte di Patrizio, Jacopo e Samuel (nel giorno 100 dagli esami di Maturità – 18 anni) in un incidente stradale. E’ fortemente voluta da Don Giosy Cento e dagli amici di Jacopo, Patrizio e Samuel.
Due sono gli scopi:

  1. Far vivere il loro ricordo con iniziative di fede, di cultura (loro scritti o altro e ricordi, scritto o altro degli amici e dei genitori), di sport, di spettacolo, di iniziative umanitarie ecc…
  2. Innalzare il livello di qualità della vita degli adolescenti e dei giovani di oggi perché possano realizzare una vita in pienezza. (Iniziative di formazione, di festa, di sport, di cultura ecc…) sempre collegati con l’invito dei ragazzi del cielo a “vivere la vita in pienezza” senza rinunciare a essere giovani.

L’Associazione è aperta alle persone di tutta l’Italia che volessero collegarsi alle nostre iniziative. Dell’Associazione fanno parte:

  1. I ragazzi del cielo: fare un elenco e raccolta di notizie, foto e ricordo per ognuno.
  2. Genitori e famiglie
  3. Amici e giovani di ogni età.

Carissimi amici, che cos’è una STAFFETTA?

È un testimone, un segno, un segnale che passa di mano in mano, che corre con i piedi, la testa e il cuore di molte persone. È un ideale che cammina sulle strade, è un dolore che ci accompagna, è un’amicizia e un amore che si esprimono con i piedi appiccicati alla terra e l’anima a toccare il cielo.
La staffetta è un treno di solidarietà che si snoda per chilometri lungo i quali si legge una storia comune e tante storie di amici.
Un giovane riceve la staffetta della vita e poi la trasmette a un figlio e lui a un altro.
Così sarà simbolicamente oggi: io ricevo il testimone e lo passo a te e insieme raggiungiamo una meta.
Dentro al cuore e alla mente bisogna avere un motivo per correre.
Noi oggi ce lo abbiamo.

QUESTA È LA STAFFETTA TRA CIELO E TERRA.

Corriamo tutti uniti con l’anima, con la fede o senza, per qualcuno o per alcuni, per uno o per molti o per tutti i ragazzi del cielo che, su queste e altre strade hanno trovato la cosiddetta…. Morte.  Che poi, per noi, è sentirli vivi ancora di più, immensamente presenti. Sono una voce continua che ci parla, ci provoca e spesso ci tormenta sul senso del nostro stare ancora qui a vivere su questa terra.
Quanta intensità, quanta energia, quanto affetto deve esserci in ognuno di noi che corre per quanto ha fiato. E’ un modo per imparare la corsa della vita dove, alla fine, hai vinto solo se sei contento di avere dato tutto te stesso.
E allora dai, partiamo: uno per tutti, tutti per uno: tutti i ragazzi della terra per tutti i ragazzi del cielo.

NEL NOME DI LUCA

GIOVANI, IO VI DICO CHE SIETE FORTI “  (1 lettera di S. Giovanni).

Mio caro Luca, ti scrivo perché la tua giovinezza è passata su di me come una brezza del mattino, un soffio di primavera della vita.
I tuoi 18 anni hanno illuminato la tua famiglia e, come tutti i giovani, anche questo paese. E quando te ne sei andato c’è stato un blackout nelle anime dei ragazzi e delle ragazze.
Tutti hanno detto: “Nel nome di Luca dobbiamo imparare a vivere, a lottare la giovinezza e l’esistenza come dono prezioso “.
Ti sembra che dopo un anno le cose siano cambiate molto?
Nel profondo dei cuori dei giovani di Ischia io credo di sì. Molti ti pensano, ti amano, pregano, senza farlo apparire si migliorano
Ma, come sempre, lo vedi anche tu da quell’oblò del cielo, rischiamo di dimenticarci e di morire un po’, pur contestando la morte.
Io parlo della morte interiore e di tanti atteggiamenti, scelte o modi di vivere che ci rendono meno vivi.
Dimmi: Perché tanto fumo, spinelli, pasticche e…qualcosa di più, stupidamente offerti a tutti, piccoli e grandi. Chiamiamola incoscienza. E poi?
Che dici: li salveremo questi ragazzi o staremo a guardarli rassegnati?
Non sarebbe ora che i giovani si difendessero insieme da questa aggressione mafiosa e piena di omertà da parte di tutti? (tutti sanno e nessuno parla, e nessuno fa niente?).
E… di che cosa hanno sete, troppa sete questi nostri amici? Troveranno chi li disseta o Colui che può dissetare le inquietudini della giovinezza?

                       

La Croce dei Giovani è una idea che nasce nel 2008 nell’Associazione Ragazzi del cielo – Ragazzi della terra, comunità che ha come scopo di fare memoria, in tutti i modi possibili, dei giovani e bambini che se vanno da questa terra troppo presto.
Porre una croce davanti o dentro i cimiteri è un segno di ricordo dei giovani che lì riposano per sempre e un messaggio a colori per chi vuole riflettere sul mistero della vita e sulle situazioni dei giovani oggi, figli che appartengono non solo alla loro famiglia, ma a tutta la comunità umana, sociale ed ecclesiale.
Questo tipo di croce è, come ideata originariamente, un monumento alto tre metri, in travertino e lamelle dipinte di ceramica. La composizione a colori sta a significare la vita bella e colorata dei ragazzi, è impostata sui simboli che ricordano la giovinezza (arcobaleno, sole, acqua, chitarra, Gesù Cristo, immagine del paese dove viene posta la croce o figure importanti della storia locale ecc.) e vuole ispirare una riflessione e una preghiera. Vicino è posto un libro in ceramica che dà una spiegazione al tutto.
Sono state poste già varie croci in alcuni paesi. Ci sembra che si crei, attorno al monumento, un interesse di molti, che diventa evidente dai fiori che non mancano mai, al numero delle persone che vi si ferma davanti, a piccole celebrazioni che invitano gruppi di giovani a riflettere e pregare.
L’Associazione ha regalato al Comune dell’Aquila che sarà posta in quella sede per ricordare bambini e giovani deceduti nel terremoto.
Tutte le croci sono opera dell’Artista di Sessa Aurunca (CE) Carmine La Marca.

 


Inaugurata la CROCE dei Ragazzi del Cielo

Ischia di Castro, 9 Novembre 2008

Quel cancello del cimitero si può varcare con dolore, con amore, in silenzio, alla ricerca delle persone che sembrano perdute. Si può entrare pregando o imprecando, sereni o inquieti.
Ma tutti con il cuore ferito e con la croce della morte da sostenere.
E tutti alla ricerca che la croce nera si colori di risurrezione e di speranza eterna. Sotto questo pezzo di cielo di Ischia di Castro, dentro questo pezzo di terra tutti abitiamo in qualche modo e soprattutto per qualcuno che è la nostra vita.
Qui entriamo e sostiamo per ascoltare la voce dei nostri cari: una voce che parlerà sempre al cuore. Qui, in mezzo a tanti volti familiari della nostra storia di paese, ci guardano e ci parlano tanti, troppi giovani risorti nella primavera della Pasqua di Gesù.
Qui oggi sentiamo tutto il valore della vita dei giovani e il pianto inconsolabile per i ragazzi del cielo. Qui piantiamo una croce perché Ischia di Castro sappia chi sono i ragazzi di oggi in questo paese.
I ragazzi sono la particolare generazione della speranza del Terzo Millennio, chiamati a svegliare sulla terra un sussulto di tenerezza in mezzo alle durezze della storia. I ragazzi sono il colore della vita, la trasparenza del cielo, la fragranza del pane che sa di casa e di famiglia. Sono il reattore che muove il mondo verso nuovi orizzonti.
Se guidati bene, i ragazzi daranno le loro radiazioni di bontà che allontaneranno la catastrofe di questo pianeta. I giovani sono lo scudo stellare, la difesa strategica di un futuro che deve irrompere sotto i segni della libertà.
I ragazzi sono di Dio, appartengono al giovane Gesù Risorto per far emergere la gioia di vivere che sembra impossibile e donare felicità.
Pensiamo così, mentre scopriamo la croce dei ragazzi del cielo, nel senso che vogliamo scoprire e amare i giovani, vogliamo credere fortemente nei nostri figli giovani e vogliamo affidarli tutti a Cristo: i Ragazzi del cielo e i Ragazzi della terra.

LEGGENDO LA CROCE DEI GIOVANI

Noi ti guardiamo Croce dei Giovani.
I giovani sono gabbiani, il loro volo ci affascina.
Sono acqua pulita e nuova, rugiada fresca
e vita sui nostri volti e sul cuore.
Sono arcobaleni colorati: danno senso alla nostra vita stanca e grigia.
I giovani sono il sole: quando li guardiamo e li ascoltiamo
ci regalano luce e calore.
Sono grano, pienezza della vita e
si sviluppano in pane che nutre l’esistenza.
Sono una chitarra che suona sempre:
melodie inedite, nuove che a volte ci danno gioia a volte dolore.
I giovani hanno il profumo di una rosa: umile e semplice,
ma intensi e avvolgenti come un fascino di Amore.
I giovani vanno in cielo, come Gesù giovane, su una Croce.
E noi li seguiamo, portandoli sulle nostre braccia
come quelle materne e paterne di Dio, e insieme alla Vergine Maria.

Croce dei Giovani, noi ti abbracciamo.
Quando i figli ci fanno soffrire, quando ci preoccupano,
quando non studiano, quando non tornano a casa la notte.
Quando sembrano avere dimenticato la strada della Chiesa.
Quando non trovano lavoro, quando hanno difficoltà nell’amore
e nel costruire una coppia o farsi una famiglia.
Quando ci arriva la notizia del Venerdì Santo:
con immenso dolore, spesso con rabbia e delusione,
ma camminando per capire e provando a vivere:
Noi ti abbracciamo Croce dei Giovani, come ti abbracciò Gesù.

Croce dei Giovani, parlaci.
Parlaci profondamente di Amore, quello totale di Cristo per noi.
Abbiamo bisogno di saper che lassù Qualcuno ci ama davvero.
Parlaci di perdono come Gesù ha fatto quando era attaccato alla Croce.
Insegnaci a perdonare e a chiedere scusa in tutte le situazioni della vita.
Parlaci di mamma: di Maria, alla quale il giovane Figlio di Dio ci ha
teneramente affidati. Lei è la Madre di tutti: ci porta sempre sul cuore.
Mettici nell’anima e sulle labbra la preghiera ultima del Signore:
“Padre, nelle tue mani consegno la mia vita”.
Guardandoti, abbracciandoti, ascoltandoti, affrontiamo ogni giorno,
ogni ora, il tempo che ci doni per vivere da qui al cielo,
dove crediamo che vivono, con il Signore, i nostri figli crocifissi e risorti.

AMEN