KREUZLINGEN Concerto di don Giosy Cento presso la “Ulrichshausll, domenica 4 maggio alle ore 17.00

Ho fatto un sogno: di giustizia e di pace

KREUZLINGEN – Don Giosy Cento, cantautore di Dio, che da tanti anni si dedica all’evangelizzazione attraverso le sue canzoni, proponendo tanti concerti in Italia e all’estero, verrà a Kreuzlingen, domenica 4 maggio, per la festa degli Anniversari di matrimonio e per presentare il suo ultimo lavoro discografico “Ho fatto un sogno”. A lui vogliamo fare qual-che domanda per conoscerlo meglio e dare la possibilità ai lettori del Corriere degli Italiani di apprezzare questo sacerdote, che “canta il vangelo” per le strade del mondo.


Quale messaggio vuoi trasmettere attraverso questo tuo ultimo disco?

L’idea di questo disco nasce da un casuale “risentire.” il famosissimo discorso “lo ho un sogno” di Martin Luther King, il Pastore Protestante nero, ucciso. Mi è sembrato molto attuale: ho avvertito profonda-mente il grido dei neri discriminati, dei poveri, il bisogno di democrazia autentica, la proclamazione del sogno di uguaglianza e di libertà che Dio vuole per i suoi figli. In fondo è lo stesso grido forte che arriva dalle case del mondo attuale, dagli uomini e donne, dai giovani: dateci nazioni dove regni la giustizia e dove, i responsabili, siano costruttori di pace e di futuro per tutti.


Come avviene la nascita di un nuovo disco? Ti ispiri a quello che avviene nella società, con tutti i problemi e anche le cose belle che ci sono, oppure è un tuo e di rendere viva la Parola di Dio ai nostri tempi attraverso il canto?

La Parola di Dio è l’unica Sapienza che sa leggere la storia in ogni tempo. Per questo “scrivere” un disco significa immergersi nella vita e nella storia di oggi con il cuore e lo sguardo di Dio. In questo lavoro bisogna riflettere, pregare, cercare musica adatta ed essere sempre pronti a proporre quello che l’uomo contemporaneo cerca: Lui deve ritrovarsi nei miei testi e nelle mie musiche, per dire: il disco è bello, mi piace, mi parla e… lo vivo… lo canto – Questo ho provato a fare con le tematiche affrontate: l’apparire, la falsità, il silenzio di chi non prende applausi, il lavoro dei giovani e il loro futuro globale, le omertà sociali, la preghiera e la certezza dell’incredibile amore di Jesus.


Secondo te di cosa hanno bisogno oggi i giovani, per essere attratti da Dio?

Non hanno bisogna di nulla di particolare: Dio è attraente perché è Dio ed è già scritto nella “carne” dei ragazzi perché sono l’ultima creazione-invenzione di Dio. Forse il nostro problema è come rendere attraente Dio da parte nostra, come vivere la fede perché intercetti la loro anima giovane e si possano connettere con il Dio della vita. Penso dobbiamo essere molto umili, semplici e concreti nel vivere la fede cattolica: un po’ come Papa Francesco del quale non possiamo solo ammirare frasi e messaggi, ma dobbiamo imitare il suo modo francescano dì vivere. Incontro molti giovani che mi portano a Dio più di quanti ne porto io a Lui.


Hai avuto anche nel passato esperienza con gli Italiani all’estero? Quali impressioni? Qual è la tua esperienza con il mondo dell’emigrazione?

È sicuramente gente che ha un coraggio enorme e una immensa capacità di sacrificio e che è soprattutto amore della famiglia, di farsi e di fare una vita per i propri cari. Provo tanta ammirazione e commozione perché immagino che cosa significa alzarsi o andare a dormire dove non sei nato. 

Come saluto finale, quale canzone, del tuo vasto repertorio, dedicheresti ai tanti emigranti non solo italiani, presenti in Svizzera?

La canzone del nuovo disco: “Questo applauso è per voi”. E’ il mio applauso a chi silenziosamente offre se stesso, visto solo, forse… da Dio.